Oasis LIVE Varie Il piacere dell’avversario, al di là del risultato: le parole di Jannik Sinner

Il piacere dell’avversario, al di là del risultato: le parole di Jannik Sinner

Nel mondo del tennis moderno, dove ogni punto è una battaglia e ogni conferenza stampa un piccolo campo minato, c’è chi riesce ancora a ricordare che lo sport è anche rispetto reciproco. Jannik Sinner, numero 2 del mondo, lo ha dimostrato ancora una volta al termine della vittoria su Flavio Cobolli negli ottavi dell’ATP di Vienna 2025, con parole che vanno oltre il punteggio e che raccontano un modo diverso di intendere la competizione. In un momento in cui il giovane altoatesino è stato travolto da polemiche per la sua rinuncia alla Coppa Davis (https://betcollect.it/), la sua intervista post-match si è trasformata in un manifesto di stile e di sportività.

Sinner, che si è imposto in due set (6-3, 7-6), ha elogiato il suo connazionale definendolo “un grande talento e un lottatore vero”. Frasi semplici, ma cariche di significato, pronunciate da un campione che avrebbe potuto limitarsi a parlare del proprio successo e invece ha scelto di mettere al centro l’altro. “Flavio sta giocando una stagione incredibile, migliora settimana dopo settimana. Gli auguro il meglio per il futuro”, ha dichiarato Sinner, restituendo al tennis quella dimensione di umanità e riconoscimento che spesso viene schiacciata dalla tensione agonistica.

In questo gesto, quasi spontaneo, si riflette la cifra più autentica del “metodo Sinner”: rigore, rispetto, disciplina e assenza di protagonismo. Mentre molti atleti cercano le luci dei riflettori, Jannik continua a costruire la propria immagine attraverso la sobrietà e il lavoro quotidiano. Il piacere di affrontare l’avversario, e non solo di batterlo, diventa parte di una filosofia sportiva che si nutre di equilibrio interiore e consapevolezza. “Non do mai nulla per scontato – ha aggiunto – cerco sempre di migliorare e di giocare al meglio”.

Lo stile Sinner: eleganza e concentrazione

Le sue parole dopo il match contro Cobolli sono più di un commento tecnico: sono una dichiarazione d’intenti. Sinner non è un giocatore che si abbandona a eccessi o provocazioni. La sua educazione sportiva, coltivata fin da adolescente tra le montagne dell’Alto Adige, emerge in ogni risposta, in ogni gesto calibrato. Quando ringrazia il pubblico o stringe la mano all’avversario, non lo fa per consuetudine, ma per convinzione.

In un contesto sportivo dominato da dichiarazioni accese, da sfide mediatiche e da tensioni legate alla nazionale, Sinner sceglie una via opposta: quella del silenzio costruttivo. Non fugge le critiche per aver saltato la Coppa Davis, ma nemmeno le alimenta. “Ho accettato le critiche, ma ho già detto tutto”, ha ribadito di recente, lasciando che a parlare siano i risultati e l’atteggiamento. Il suo approccio è quello di chi sa che la carriera di un atleta non si misura soltanto in trofei, ma anche nella capacità di restare coerente ai propri valori.

Sul campo, questo si traduce in un tennis fatto di precisione, di ritmo e di intelligenza tattica. Fuori dal campo, in un linguaggio pacato e limpido. Ogni volta che Sinner parla, trasmette una calma che disinnesca le tensioni: la sua forza è l’assenza di dramma. Per questo, anche dopo aver vinto, trova lo spazio per elogiare chi ha perso. Non si tratta di diplomazia, ma di un rispetto profondo per la competizione sportiva e per il percorso degli altri.

Contro Cobolli, lo si è visto sorridere, annuire, riconoscere i colpi dell’altro con piccoli gesti di approvazione. Sono dettagli, ma raccontano una maturità rara in un ventiquattrenne che ha imparato a gestire pressione, aspettative e notorietà senza perdere il contatto con la realtà.

Alla vigilia dei quarti contro Bublik, il suo pensiero è già proiettato avanti, ma senza ansia. “Vediamo cosa succederà domani”, ha detto, con quella naturalezza che è diventata il suo marchio. È questo lo stile Sinner: concentrazione, rispetto, umiltà e una visione del tennis come viaggio, non come gara contro il tempo. Nel piacere dell’avversario, nel riconoscere il valore dell’altro, c’è forse la chiave del suo successo più grande: restare se stesso, anche quando il mondo intorno sembra chiedere solo spettacolo.

Carriera e caratteristiche di Aleksandr Bublik

Aleksandr Bublik, nato a Gatčina nel 1997, è un tennista russo naturalizzato kazako dal 2016, noto per il suo talento imprevedibile e il carattere eccentrico. Alto 196 cm, vanta un servizio tra i più potenti del circuito, capace di superare i 230 km/h, e uno stile di gioco spettacolare che alterna colpi di forza a improvvise smorzate e servizi da sotto. Professionista dal 2016, ha conquistato 8 titoli ATP in singolare e raggiunto la 16ª posizione mondiale nel settembre 2025, suo miglior ranking. Il 2025 è stato il suo anno d’oro, con quattro trofei e i quarti al Roland Garros. Nonostante un passato controverso, Bublik è oggi un tennista maturo, capace di coniugare talento e disciplina in un gioco esplosivo e anticonvenzionale. Segui altri nostri articoli su oasilive.it

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